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Pradé, tra concezione di ambizione e obiettivi disattesi



Abbiamo avuto il piacere, se non l'onore, di tornare ad assistere a una conferenza stampa di fine mercato. Ieri ha parlato il direttore sportivo della Fiorentina Daniele Pradé sul calciomercato svolto in estate, chiarendo la situazione su alcune trattative e sul lavoro svolto dalla società.


Sapevamo che qualche domanda poteva vertere sul tema dell'ambizione, sbandierato dalla società nella conferenza stampa di chiusura della stagione scorsa. Ebbene, il concetto di ambizione è apparso ancora generico e poco concreto. "La nostra ambizione è quella di vincere le partite, l'ambizione è per esempio avere un giocatore come de Gea tra noi". Un'argomentazione un po' debole per una società che si è scusata a giugno. Il miglioramento della rosa c'è stato nel mercato, ma è stato così ambizioso da scalare almeno due posizioni dall'ottavo posto per raggiungere la zona Europa League per la prima volta nella gestione Commisso? Francamente non sembra che il roster a disposizione di Palladino possa andare oltre la settima posizione, salvo sorprese.


La sensazione inoltre è sempre quella che il calciomercato viola non viva di programmazione, ma di costanti occasioni a destra e a sinistra da cercare di cogliere. "Abbiamo saputo che Pongracic non aveva chiuso con il Rennes, quindi abbiamo pensato di inserisci" oppure "Credevamo che Mangala costasse molto, invece il Lione lo ha voluto mandare a giocare". Frasi dietro le quali non sembra esserci una pianificazione: il culmine è stato quando il direttore ha parlato di aver chiuso gli ultimi colpi di mercato gli ultimi giorni perché non così urgenti in base al sorteggio di Conference League e delle prime giornate di campionato. Ma può essere questa una programmazione seria e credibile?


Per non parlare del discorso scouting citando Richardson, giocatore preso dopo che si era preso le luci della ribalta alle Olimpiadi e nel giro della Nazionale marocchina. Questo si chiama scouting? La Fiorentina ha preso solo giocatori dalla Serie A eccetto Valentini, Moreno, Richardson e Gosens (che ha giocato in Italia fino all'altro ieri): può essere definito un modo di operare tramite scouting?


Infine l'obiettivo sembrava essere quello di snellire il monte ingaggi della squadra, che per stessa ammissione di Pradé è rimasto il medesimo dello scorso anno.

Apprezziamo la scelta della società di concederci questa finestra per parlare e confrontarsi con le loro scelte, ma alcuni passaggi di questa conferenza non possono che lasciare interdetti e farci comprendere come alcuni modus operandi, dopo ciò che è accaduto in passato, non siano cambiati affatto.


Pradè
Foto ACF Fiorentina



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