22 dicembre 2017. Fredda serata che precede le vacanze di Natale, la Fiorentina dell'allora tecnico Stefano Pioli gioca a Cagliari. All'uscita delle formazioni ufficiali però c'è una sorpresa: sulla corsia di destra non ci sono né Laurini né Bruno Gaspar, ma un difensore centrale serbo arrivato l'estate prima dal Partizan Belgrado, preso da Pantaleo Corvino per 5 milioni e mezzo.
In quella fredda serata di dicembre in Sardegna esordisce Nikola Milenkovic, che in questi giorni ha trovato un accordo col Nottingham Forest, e sta per lasciare Firenze dopo sette stagioni. Lascia dopo sette stagioni piene di difficoltà: è l'unico giocatore ancora in rosa insieme a Biraghi (che però era andato in prestito all'Inter nel 2019) ad aver vissuto il periodo di passaggio dall'era Della Valle a quella Commisso, ad essere stato compagno di squadra di Davide Astori, ad aver vissuto anni complicati della storia della Fiorentina, in cui però non ha mai mollato di un centimetro. Nikola Milenkovic è un giocatore a cui gran parte della tifoseria è affezionata proprio per questo, perché c'è sempre stato, soprattutto quando le cose andavano male.
Guardando in faccia alla realtà però le ultime stagioni non sono state certo esaltanti, e nell'ultima ha avuto un netto calo. Le cifre a cui verrà ceduto (12 milioni + 3 di bonus) di conseguenza non sono astronomiche e sono anche giuste valutando l'ultimo paio di stagioni, ma non rispecchiano il reale valore del giocatore. Dispiace che non abbia chiuso nel migliore dei modi, soprattutto con il rimpianto di non aver lasciato nulla a Firenze in termini di trofei, essendoci andato così vicino.
Nonostante questo, per essere stato presente in tutti i momenti difficili, per non aver mai mollato e per aver amato questa maglia, grazie Nikola.
Questo era il Michipensiero di metà settimana, disponibile ogni mercoledì sul nostro sito. L'articolo è a cura di Michele Stianti. Fateci sapere la vostra opinione nei commenti!
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