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I tre punti del lunedì #24

1. Una partita poco seria


Beninteso, non è una colpa per nessuno, è stato solo un fatto fisiologico visti gli impegni di calendario e la situazione degli avversari. Salernitana-Fiorentina più che una gara di Serie A è stata a tratti una partita di fine stagione in Eccellenza: un po' di tafferugli fuori dall'Arechi, qualche battibecco ingiustificato in campo, pochi tiri in porta, tanti passaggi sbagliati, ritmi da dopolavoro. Il turnover estremo di Italiano non poteva non avere impatto sulla brillantezza della squadra (ancora tutta da ritrovare e consolidare), la classifica e la caratura tragica della Salernitana non poteva far sperare in qualcosa di meglio da parte dei granata, da tempo condannati alla retrocessione e senza più nulla da dire dentro il rettangolo verde. Certo, gli 80 minuti di 0-0 in questo contesto hanno resto, al di là di ogni considerazione tecnica, la visione di questa partita un vero e proprio atto di fede.


2. Toh, Castrovilli e altri animali fantastici


Rivedere Tanino in campo dopo 324 giorni mi ha fatto piacere. Ovviamente, rivederlo addirittura titolare dopo mesi e mesi di infinite ricadute e da separato in casa è un po' un'italianata, ma preferisco non pensare a malignità nel rapporto tra giocatore e allenatore, visto anche che una delle sue ultime da titolare fu la finale di Coppa Italia dello scorso anno.


Ora inutile partire in tromba e dire "ci sarebbe servito come il pane!" o "ci servirà nel rush finale!". Castrovilli ha fatto 70 minuti positivi ieri, in un contesto da una parte non semplice - perché comunque combinarsi con Barak nell'inusuale ruolo di prima punta è stato affare complicato - dall'altra quasi invalutabile, vista la miseria tecnica dei campani e i ritmi gara da allenamento del lunedì (plasticamente rappresentati dal gol del 2-0 di Ikoné). Che Tanino sia stato un giocatore importante è fuor di dubbio; che lo possa esser ora, in questo momento della stagione viola, oltretutto da fuori-lista per la Conference, non lo possiamo sapere certo basandoci sulla partita di ieri.



Castrovilli Fiorentina


Piuttosto, sapete uno che, pur mostrando grande voglia di fare e di dimostrare, anche ieri non è riuscito a cavare un ragno dal buco? esatto, Sottil. Ne ragionavo tempo fa con un amico, autore e tifoso del Lecce: secondo lui, calato in un altro contesto con pretese e ambiziosi un po' più basse, sarebbe un giocatore con le risorse tecniche per maturare e incidere. Io concordo con questo parere. Ma dovrebbe accettarlo in primis il ragazzo. Oppure continuare a fare ste robe qua.


3. Tempo di semifinali: l'Atalanta


Siamo qua, è il momento. Obiettivo: uscire indenni dal Gewiss Stadium e prendersi la prima finale. Quest'anno l'Atalanta l'abbiamo battuta due volte su due (con una grande prestazione nella semifinale di andata), ora basterebbe anche qualcosa in meno, ma guai a sottovalutare la Dea semifinalista di Europa League.


L'andata a Firenze è stata anche (ma non solo) una partita sbagliata dai bergamaschi e preparata male da Gasperini. E l'Atalanta di quest'anno è una squadra dai picchi positivi e negativi, capace di un grande calcio ma anche di frenate rumorose, tanto incredibile in certi risultati quanto superficiale in altre situazioni. Una squadra che si piace e a volte si perde, forse rappresentata meglio di altri dagli alti e bassi di Scamacca, centravanti potenzialmente devastante eppure mai davvero continuo quanto potrebbe. In fondo stanno un po' come noi, anche se con più qualità in certe zone del campo.


Però quello dell'errore altrui, soprattutto in casa contro la Dea di oggi, è forse un lusso che non ci sarà concesso. Perché è proprio in queste partite che l'Atalanta ha sbagliato poco o nulla finora. Servirà una grande prestazione, più di quella dell'andata, più del primo tempo (sfortunato) contro il Viktoria: la posta qui è più alta, il vantaggio è minimo, il margine di errore anche. Un'altra finale, nonostante il tremendo 2024 e tante scelte allucinanti compiute, è un qualcosa che ancora meriteremmo. Possibilmente non per farci ancor più male all'Olimpico a metà maggio, che abbiamo già dato.




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