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Immagine del redattoreFederico Castiglioni

I tre punti del lunedì #21

1. Meglio tre calci d'angolo che un rigore


Parafrasando la regola non scritta di tanti campetti improvvisati di ragazzi, dove la porta è disegnata sul muro in cemento che costituisce la linea di fondo, alla Fiorentina sarebbe meglio assegnare tre calci d'angolo per i falli che subisce in area, piuttosto che un tiro dal dischetto. Specie considerando che su calcio d'angolo proprio ieri ha segnato Ranieri, al quinto centro stagionale (bravo, dopo la gara invereconda contro il Maccabi). Questo di Biraghi, oltre a essere il suo quarto errore dal dischetto su sei tentativi in carriera, è soprattutto il quinto rigore fallito dalla Viola... nel 2024. Su sei calciati. L'unico penalty trasformato porta la firma di Nzola, a segno nel 2-2 contro l'Udinese. Per il resto, hanno sbagliato Bonaventura, Ikoné, Nico Gonzalez due volte. E ora Biraghi. In tutto questo, la cosa forse ancor più tragicomica è che nello stesso arco di tempo la Fiorentina ha superato ottavi e quarti di Coppa Italia ai calci di rigore, segnandoli tutti. Fateci un esorcismo grazie.





2. Analisi tattica


Fiorentina-Roma è stata una partita dalle mille facce, in buona parte dipese dalle variazioni della squadra giallorossa, tanto al fischio d'inizio quanto in corso d'opera. La gara della Viola è stata lineare nell'interpretazione tattica (fin troppo), nella quale si è fatto di necessità virtù e si è ben sfruttato l'inatteso schieramento difensivo a tre della squadra di De Rossi. Poca ricerca del controllo del gioco e tanta verticalità sugli esterni hanno permesso di far leva sugli spazi ampi concessi dalla Roma, squadra nel primo tempo rimasta con troppe poche certezze nei riferimenti e in costante difficoltà sulle transizioni. Discorso diverso per la ripresa, con i giallorossi decisamente più a loro agio in campo e capaci di limitare le nostre scorribande sulle fasce, nonché di far saltare i nostri meccanismi sulla prima pressione. Per il resto partita molto episodica nelle reti, quasi tutte figlie di errori individuali: dalla macchia sulla prestazione di N'Dicka in occasione del gol di Ranieri allo svarione difensivo finale sul pari di Llorente. Il vero pregio della Fiorentina, al di là dell'interpretazione tattica del primo tempo (finalmente prove degne di questo nome da parte di Maxime Lopez e Sottil), era stato almeno fino al rigore fallito nella maggior concentrazione e lucidità rispetto a una Roma la cui partita era nata male e stava finendo peggio. Poi è arrivato il momento del down mentale, e forse la paura di non vincere ha portato alla perdita di quell'attenzione che è indispensabile contro ogni avversario, soprattutto se sono del livello della Roma.


3. Maccabi e Roma, due facce della stessa medaglia


Perché? perché le due gare hanno ben mostrato pregi e limiti della Fiorentina, sia tecnici che di atteggiamento. La superficialità con cui si è affrontato la gara di Budapest ha fatto il pari con la partita di ieri, dove una squadra inferiore per qualità complessiva (noi) ha visto sfumare il colpaccio per errori tanto banali quanto frequenti. Pure al netto degli episodi, sembra quasi stagnante la Fiorentina con la sua incapacità a migliorarsi ulteriormente, a crescere e a imparare dai propri errori. Ieri la squadra è stata sfortunata, senza dubbio, ma sembra venuta meno la forza di crearsela, questa fortuna.



 

I tre punti del lunedì” sono una rubrica settimanale di SpaceViola, a cura di Federico Castiglioni. Se ti ha convinto o se invece preferisci offenderlo per quanto hai letto, puoi seguirlo o contattarlo qui. Oppure qui.


 

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