1. Torino è un campo difficile, ma...
Un pari contro i granata andrebbe normalizzato. Soprattutto se si pensa che al “Grande Torino” hanno vinto solo due squadre quest’anno, l’Inter capolista e la Lazio (oltre a un improbabile Frosinone in Coppa Italia). A cose normali, in mezzo a un trend positivo della squadra, lo scialbo 0-0 contro i ragazzi di Juric non sarebbe certo una tragedia. E non lo è nemmeno ora da un punto di vista tecnico; ma fisiologicamente oggi, dopo due mesi a dir poco complicati che si sperava archiviati con la vittoria contro la Lazio, non può lasciare soddisfatti. La Fiorentina di dicembre, quarta in classifica che chiudeva l’anno proprio battendo i granata, era con ogni evidenza una squadra oltre le proprie possibilità (e quelle vittoriose partite dicembrine già mostravano avvisaglie di ciò) destinata ad avere un calo da gestire con un discreto margine. Questo calo è stato fragoroso, il margine è sfumato, errori e mancanze di risultati pieni non sono più tollerabili. E allora anche un pari – peraltro con un tempo in superiorità numerica – contro il Toro diventa amaro a tratti amarissimo, perché a 11 gare dal termine conferma l’enorme sensazione di un’occasione svanita.
2. Analisi tattica di fine regno
Italiano che contro il Toro rinuncia al turnover, azzerando la statistica delle 143 formazioni diverse su 143 panchine da noi, è stata la notizia del pregara. Scelta che, fatta dopo un posticipo di lunedì e prima degli ottavi di Conference, odorava di tragica necessità, di disperata ricerca di certezze. Darsi continuità, ripartire da quelle che apparivano come risposte positive della gara contro la Lazio, consolidare soluzioni efficaci (come quella di Beltran scalato fin quasi mezzala, con un 4-1-4-1 alla…Thiago Motta, per capirsi). Non è andata così, complice la diversa brillantezza atletica dei granata (sabotati, prima ancora che dall’inferiorità numerica, dalla scarsissima precisione dei suoi avanti) e un generale e diffuso intimorimento della Fiorentina, poco fluida già nella prima costruzione e in difficoltà sui duelli.
Se contro la Lazio lo svantaggio all’intervallo non condizionò minimamente la nostra prova, evidenza della solidità della squadra e della sua forza nell’avere in pungo l’inerzia della gara, a Torino l’episodio (sulla carta favorevole) dell’espulsione di Ricci finisce per creare una partita nella partita, dove il Toro suo malgrado è costretto ad abdicare alla conduzione del match, abbassando il baricentro e alzando le barricate dietro. Una prova di passività la nostra, tale da non scuotersi nemmeno con la superiorità numerica.
Le difficoltà viste nella ripresa sono storia vecchia, film già visti: la Fiorentina non riesce a scardinare i blocchi bassi, nemmeno con l’uomo in più (ammesso che schierare Sottil possa far parlare di uomo in più. Scusate la cattiveria). La qualità sui mezzi spazi è quella che è, le risorse nell’ultimo terzo nel trovare linee di passaggio in avanti sono poche dal momento che le maglie avversarie si stringono. I cambi all’intervallo non hanno aiutato, anche se Arthur era stato terrificante e la conduzione di gara folle quasi imponeva di levare Beltran ammonito, prima di assistere a compensazioni di cartellini. Si aggiunga che Belotti ha sofferto tantissimo su Buongiorno, e il gioco è fatto. Ma in termini di prestazione il campanello d'allarme è stato il primo tempo, dove si è semplicemente spariti dal campo al primo contrasto duro (non è la prima volta). Sembrano quasi mancare gli stimoli, più che le soluzioni tattiche. Non è il risultato in sé il problema (4 punti contro Lazio e Torino? Avremmo firmato in ogni momento), è la non piacevole sensazione di fine regno che aleggia. Ma siamo solo a marzo, e ci sono due coppe da giocare. Speriamo in una scossa che cacci via queste sensazioni.
3. C'è una Fiorentina che vince
La cosa meriterebbe ben altro approfondimento, perché se c’è una Fiorentina che non sparisce dal campo nelle difficoltà è quella delle ragazze. Ieri al Viola Park si giocava Fiorentina-Juventus, semifinale d’andata di Coppa Italia. Le viola si sono imposte 1-0 (gol di Michela Catena), con una prestazione persino sfortunata nel risultato: poteva finire tranquillamente 3-0, cosa che avrebbe garantito un più rassicurante margine in vista della gara di ritorno.
La stagione della squadra di De La Fuente è ancora tutta da scoprire (sta per iniziare la seconda parte del campionato), ma ad oggi il rendimento della Fiorentina è qualcosa di notevolissimo, con nel mirino tanto la qualificazione in Champions League quanto la Coppa Italia. Fattibile la prima, difficile la seconda. Ma chissà. C’è chi per fortuna ancora è capace di sorprendermi dalle delusioni annunciate.
DA13 vive. Maghero vive.
“I tre punti del lunedì” sono una rubrica settimanale di SpaceViola, a cura di Federico Castiglioni. Se ti ha convinto o se invece preferisci offenderlo per quanto hai letto, puoi seguirlo o contattarlo qui. Oppure qui.
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