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I tre punti del lunedì #17

1. Applausi al Lecce


Faccio una scelta controintuitiva e che probabilmente non pagherà, aprendo la rubrica settimanale con i complimenti alla squadra salentina. Su Sportellate a caldo ho parlato molto della Fiorentina e forse non abbastanza del Lecce; qui vedo di porre per un attimo rimedio. Perché se c'è molta farina del sacco gigliato nella sconfitta di venerdì, nulla toglie che gli uomini di D'Aversa abbiano messo in atto una grandissima prestazione, per ritmo, applicazione e capacità di dettare l'inerzia della gara. Il Lecce, nonostante qualche carenza nella finalizzazione (Krstovic croce e delizia) e momenti di apnea, ha massimizzato le qualità migliori dei propri singoli e fatto leva sulle debolezze tecnico-tattiche della Fiorentina, i cui svarioni individuali hanno completato la frittata. 3-0 all'intervallo sarebbe stato un punteggio ragionevole per quanto visto in campo, l'1-2 all'89esimo suonava di sfangata clamorosa, tantopiù con la traversa di Belotti che poteva chiudere in maniera severissima una gara dove il Lecce produce 2.62 xG e la Fiorentina appena 1.12, di cui 1/3 dati dal gol di Beltran (fonte: Sofascore).


Mi è stato chiesto se servisse Gudmundsson per non prendere tre gol dal Lecce: sicuramente no, ma avere giocatori funzionali e soprattutto ben armonizzabili è di grande aiuto. E il Lecce, nonostante avesse vinto una sola partita da fine settembre, venerdì ha confermato di essere una squadra tecnicamente e tatticamente coerente, tanto da esser stata capace di metter in difficoltà più di un avversario tra quelli parte sinistra della classifica. Come la stessa Fiorentina, già rimontata da 2-0 a 2-2 a Firenze a fine agosto.


2. Sofferenze tattiche


Sono sostanzialmente tre gli aspetti nei quali la Fiorentina è stata carente: disattenzione sulle marcature preventive, totale mancanza di schermo a centrocampo, assenza o peggio scelte controproducenti degli esterni in entrambe le fasi di gioco. Ogni volta che il Lecce riusciva a superare la prima linea di pressione con la costruzione, trovava campo e linee di passaggio facili in ogni direzione, sfogando sistematicamente e con efficacia il gioco sulle fasce. Ma da cosa è dipeso, oltre che dalla bravura del Lecce?


Per il primo aspetto, Ranieri e Quarta hanno azzeccato poche scelte e vinto pochissimi duelli (6 su 12 il primo, appena 2 su 10 il secondo nei 45 minuti giocati), trovandosi spesso in ritardo e in difficoltà tanto sul centravanti quanto sugli incursori dalle retrovie. Difficoltà aggravate dal secondo aspetto, il poco filtro della mediana, che ha lasciato i due centrali spesso esposti alle imbucate e costretti a quelle scappate all'indietro in cui sono carenti. Se in generale la prova dei centrocampisti titolari è stata pessima, nello specifico Maxime Lopez non ha mostrato la stessa capacità di Arthur nel lavorare da schermo, sulla chiusura delle linee di passaggio e sul recupero palloni. Era forse prevedibile, ma almeno per ricerca di giocate in verticale e circolazione palla dal francese c'era da aspettarsi di più, invece qui l'ex Sassuolo si è spesso limitato al compitino. In sostanza, bocciato.



Piccoli Lecce Fiorentina


Siccome i problemi si concatenano sempre, la non produttività del possesso viola in gran parte è dipesa dall'enigma degli esterni, improvvisati a questo giro con Sottil a malapena recuperato e Nzola chiamato a svolgere un lavoro simile a quello solitamente chiesto a Kouamé. Difficile definire le loro prestazioni con termini presentabili: il primo palla al piede non ha concluso quasi nulla, peraltro muovendosi in maniera spesso controintuitiva, non prendendo mai l'ampiezza e agevolando il lavoro di Gallo sul suo lato, portando il possesso della Fiorentina a infilarsi in un imbuto nel quale il ragazzo non ha la qualità per trovare soluzioni. L'angolano, a parte qualche duello vinto e qualche attacco alla profondità, non ha mai aiutato nei ripiegamenti - da centravanti classico, non ci è evidentemente portato - lasciando Faraoni sempre in balìa degli avversari e determinando una sistematica inferiorità numerica dei compagni sulle ripartenze e sugli sviluppi del Lecce. In questo senso, il suo "assist" per il pari di Piccoli è stato solo la ciliegina sulla torta.


3. Vincenzo, respira


Mi provoca oramai una noia mortale lo scontro tra guelfi bianchi e guelfi neri che ammorba il nostro tifo. Una roba devastante e francamente usurante. Con gente che vuol sporgere querele e invoca buttafuori al ViolaPark per chi si permetteva di sminuire il valore dei giocatori, salvo poi dare dell’imbecille al tecnico ogni mezz’ora; gente che piange Jovic - oggi probabilmente il più remunerato attaccante da ultimi 15 minuti della Serie A, ma preso dalla Fiorentina come prima scelta – e già vedovizza per Pierozzi, ma scarica tutte le responsabilità di queste cessioni sull’allenatore, uomo solo e forse triste che sembra dettare il mercato in uscita ma curiosamente non quello in entrata, dove viene assecondato solo su Nzola, nonostante chieda da due anni un’ala presentabile come partner di Gonzalez e alla fine della fiera ha avuto come miglior opzione in questo senso Riccardo Saponara.


Tornando a parlare di cose serie, a mercato chiuso e allenatore a quanto pare non vicino all’esonero, c’è da mettersi l’anima in pace. In primis Italiano: se non ha esterni a disposizione non può insistere a inventarseli dal nulla. Non è tanto una questione di integralismo di modulo, ma di trovare soluzioni diversificate rispetto all'applicazione di daterminati principi di gioco. Se l'idea è ricercare l'ampiezza negli sviluppi, i riferimenti di partenza del 3-5-2 potrebbero momentaneamente aiutare, e mettere i giocatori offensivi disponibili su binari per loro più noti. Certo, la prospettiva di provare ad alzare l'indice di pericolosità della squadra inserendo un difensore in più non dev'essere entusiasmante, e nemmeno ha precedenti particolarmente rassicuranti. Ma sembra comunque più praticabile di un eventuale "tridente rovesciato" o 4312, visto che la rosa non mette a disposizione vere e proprie mezzali brave a prendersi l'ampiezza, né un trequarti che possa fungere da vertice e creatore di gioco. Di certo, queste non sono soluzioni che si improvvisano e in questo probabilmente Italiano è già in ritardo sulla tabella di marcia, e va detto che rispetto alle abilità del tecnico questi tempi lunghi nel trovare soluzioni sono una nota di biasimo di quelle pesanti. Resta un senso di profonda amarezza per la necessità della Fiorentina di studiare ogni 5-6 mesi equilibri nuovi, perché i precedenti svaniscono tra infermeria e scelte sbagliate.




 

I tre punti del lunedì” sono una rubrica settimanale di SpaceViola, a cura di Federico Castiglioni. Se ti ha convinto o se invece preferisci offenderlo per quanto hai letto, puoi seguirlo o contattarlo qui. Oppure qui.


 

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