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I tre punti del lunedì #15

1. "Della Supercoppa non ce ne frega un c***o"


Dai su, facciamo i seri. Le semifinali di Supercoppa, schiantate in maniera tragica a metà gennaio con oltretutto la Coppa d'Africa in corso, giocate a Riad, e con il campionato che prosegue e comporta il rinvio di quattro partite, sono la cosa meno emozionante di sempre. Per chi le guarda e per chi le disputa. Infatti si parla di due gare dalle tinte farsesche che oltretutto sono andate esattamente come avrebbe voluto il vecchio regolamento, facendo maturare una finale tra la vincitrice del campionato vs vincitrice della Coppa Italia. Poi sincero, meglio prendere subito tre pere dal Napoli e tornare rapidamente a lavorare sul campionato, che vivere un altro psicodramma contro l'Inter a un passo da un altro trofeo. Certo, giocarla sarebbe stato bello, vincerla l'avrebbe resa la coppa più importante di sempre, ma fidatevi, fa molto meno male così. E lo dico con franchezza: avevo zero fiducia nel battere l'Inter (e chi l'aveva o mente o si è perso la fatica della squadra nell'ultimo mese), e il titolo della Fiorentina per disputare questo trofeo era una finale persa e tre partite vinte, di cui due con squadre retrocesse. Che non è un demerito nostro ma lo è per chi, da quella Coppa Italia, si fece precocemente eliminare, ma insomma teniamo per l'appunto una parvenza di serietà.


2. "Sì, ma chi si compra?"


La gara contro il Napoli ha almeno il pregio di aver, per chi ancora non se ne fosse accorto, messo a nudo le carenze che la Fiorentina ha sugli esterni d'attacco. Che in questo momento sono carenze anche numeriche, ma già ai nastri di partenze erano tecniche e strutturali, per un reparto dove nessuno è un cambio vagamente affidabile rispetto a Nico Gonzalez e dove il solo Kouamé per attitudine di gioco vale un posto da alternativa, con la sua propensione ad attaccare la profondità e a reggere sui duelli aerei. Sottil lo conosciamo, di Brekalo neanche a parlarne, considerando che tra Torino, Wolfsburg e Fiorentina è praticamente in vacanza proprio da quando con i granata ci batté 4-0 a gennaio 2022.



Ikoné Napoli Fiorentina
foto GettyImages


Ma la gara contro il Napoli forse mette la croce definitiva sull'utilità di Jonathan Ikoné alla causa gigliata. Perché sì, la sua partita in realtà avrebbe mostrato un primo tempo propositivo e a tratti brillante, ma vien da sé che sentirsi rinfrancati dagli spunti positivi nell'ennesima frazione di gioco dove mette a referto errori marchiani - lasciar andare Juan Jesus che po innescherà l'1-0, oltre al rigore fallito - vuol dire essere alla frutta, sia noi che il ragazzo. Al di là dei sentimenti di empatia (o meno) per Jorko, in effetti si parla di un giocatore che fa svanire il suo talento in un mare di superficialità tecnica e tattica, tale da renderlo controproducente. Era così nel disegno tattico verticale e "contropiedista" del Lille, non poteva che esser così alla Fiorentina di Italiano, squadra opposta per principi e nella quale lui non ha mai mostrato di poter ambire a una centralità tattica. Forse per lui, prima ancora che per noi, è bene che cambi aria al più presto. Forse più danni gli ha creato l'hype formatosi intorno a lui che le critiche e il contesto tattico così palesemente per lui fuori misura, tale da chiedersi come sia stato pensabile all'epoca inserirlo in rosa in un mercato di riparazione.


3. Qui una volta era tutta campagna (elettorale) pt.2


Lunedì scorso accennavo a come la questione stadio, ancora lontana da soluzione, fosse fisiologicamente destinata a finire nel calderone delle elezioni fiorentine. Elezioni verso le quali, lo preciso, non ho alcun interesse, quanto piuttosto qualche punta di rigurgito equamente distribuita. Forse con ingenuità, probabilmente con malizia, sicuramente con tanti elementi che frequentano la balaustra che per i più disparati motivi non hanno la stessa visuale politica e sociale di chi frequenta Palazzo Vecchio, il tifo organizzato era "entrato in campo" per caldeggiare soluzioni che non prevedessero il trasloco della squadra dalla città. Ci sta. Ma da questo (e dalle potenziali speculazioni su tale presa di posizione) a finire con il Ministro dei Trasporti che al Viola Park fa passerella - perché nulla ha detto se non del vuoto compresso trito e ritrito - ce ne corre. Credo che Salvini nemmeno a Milanello avesse mai messo piede, nonostante da Ministro degli Interni si intrattenesse con certi esponenti della curva rossonera. E, per quanto valga il parallelo, ricordo un precedente di brillante uscita a Benevento, dove in occasione della promozione (e delle elezioni) si presentò con la maglia giallorossa, gentile regalo del locale coordinatore leghista. Risultato: comunicato degli ultras contro e presa di posizione formale della società contro le strumentalizzazioni. Noi invece, ci siamo prestati direttamente. Chissà per qual motivo, chissà.


p.s. lo so che non ve ne frega una mazza, ma fossi in voi darei un'occhiata alla classifica di Serie A femminile. La definirei molto sorridente.



 

I tre punti del lunedì” sono una rubrica settimanale di SpaceViola, a cura di Federico Castiglioni. Se ti ha convinto o se invece preferisci offenderlo per quanto hai letto, puoi seguirlo o contattarlo qui. Oppure qui.


 

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