Arriva la sosta con il miglior risultato possibile per la Fiorentina: vittoria importante, per certi aspetti anche inaspettata vista la recente storia di questa squadra. "Quando siamo lì a giocarsela, poi sbagliamo la partita" o frasi simili. E di fatto questo è accaduto spesso. Ma Palladino per primo ha tenuto i ragazzi sul pezzo e dalla partita contro la Lazio, salvo lo scivolone in Conference, i suoi messaggi sembrano essere stati recepiti.
La vittoria con il Verona è frutto di un grande sforzo, visto che si è notata la stanchezza di alcuni (Bove e Ranieri su tutti, complici entrambi nel gol di Serdar), ma la voglia di vincere ha prevalso. Questa e non solo. Già, perché a fare la differenza è stato il numero 20: Moise Kean. Per lui un gol da attaccante vero, da bomber di razza e da chi ha voglia di rifarsi con gli interessi dopo le ultime annate sottotono. Proprio l'ultimo gol è l'emblema di quanto avesse voglia di andarsela a prendere questa tripletta. Dal rilancio lungo di De Gea, fino al destro fulminante all'angolino basso.
Kean è questo e io in primis ero scettico sul suo acquisto, dopo le stagioni di certo non positive in bianconero. Con Palladino però ha cambiato il suo approccio alle partite, adesso gioca diversamente, si posiziona in campo diversamente, e da esterno ha imparato anche a ricoprire questo ruolo di punta di riferimento.
Insieme a lui, altra grande partita di Comuzzo, che brilla di fronte al c.t. Spalletti, e in generale degli altri compagni del reparto arretrato. Forse meno bene Colpani, impreciso sotto porta, e Sottil, volenteroso ma fumoso. Ma quando vinci 3-1 e to porti a -1 dal primo posto è difficile analizzare i lati negativi, seppur ci siano e sui quali c'è da lavorare.
Ora il destino chissà cosa ci riserverà. Io non mi guarderei troppo attorno, guarderei in casa nostra. Lo scudetto non è roba nostra, seppur sognare sia lecito, ma che quest'anno l'obiettivo sia migliorare i settimi/ottavi posti degli scorsi anni si era già visto dal calibro di alcuni acquisti (Gudmundsson su tutti). Detto questo, l'obiettivo credo sia giusto inquadrarlo nell'Europa League, che poi potrebbe essere Champions League (soprattutto con il fattore ranking, che potrebbe regalare la Champions alla quinta classificata come successo lo scorso anno).
Vediamo come si evolverà la situazione nelle prossime settimane. Al rientro dalla sosta ci sarà il Como, poi l'Inter. Altre due partite che saranno fondamentali, come tutte le altre del resto, ma che ci avvicineranno ad un altro filotto di partite non scontate e importanti.
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