La Fiorentina, con il minimo sforzo, supera la pratica Maccabi Haifa ed accede ai quarti di finale di Conference League, dove se la vedrà con il Viktoria Plzen. Minimo sforzo sì, ma approccio direi decisamente diverso rispetto a quelli a cui ci ha abituato lo scorso anno (vedi Braga e Lech Poznan). La squadra israeliana ha provato ad andare meno alta in pressing e ad aspettare l'errore per ripartire, ma a dire il vero Biraghi e compagni hanno concluso il primo tempo in totale controllo, con l'unico squillo avversario che è stato il gol annullato per posizione di fuorigioco (nettissima). Il rammarico sta nel non aver segnato, ma fino a quel momento andava bene visto il risultato dell'andata.
E nel secondo tempo, senza grosse differenze sul piano del ritmo (lento, ma a tinte viola), è ancora Antonin Barak che la sblocca e dà un senso alla nomea di "Uomo di coppa" o meglio ancora "Uomo di Conference". Sta diventando la sua coppa, dal gol di Basilea dello scorso anno alla rete di Budapest di settimana scorsa. Gol pesanti e decisivi, con la speranza che continui così dopo un inizio di stagione complicato sul piano fisico.
La partita poi prosegue con un ritmo se vogliamo paradossalmente più alto, ma la Fiorentina non na nè voglia nè l'obbligo di affondare. E a dire il vero non avrebbe neanche l'obbligo di subire gol, ma evidentemente questa opzione era già stata selezionata ed ecco che all'88' Terracciano decide di farci vivere gli ultimi 7 minuti in sofferenza. Solo emotiva, perché il Maccabi non ha occasioni nitide per segnare, ma quando si dice che tifare questa squadra è tutto fuorchè sinonimo di tranquillità...
E per concludere come non citare il ritorno in campo di Dodò. Felicissimo per lui, dopo mesi di sofferenza lontano dal campo. E pensare che appena messo piede sul terreno di gioco non sembrava neanche impaurito: 2/3 scatti alla vecchia maniera e avversari lasciati sul posto. Bentornato!
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