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Una Fiorentina tutt'altro che esaltante pareggia in casa contro il Genoa e abbandona, ormai sempre più definitivamente, la corsa europea attraverso il campionato. Alzi la mano chi ci credeva ancora, ma la mia resta giù. Come avevo già detto ormai la testa va alle coppe, anche se per il morale avrebbe fatto bene una vittoria davanti ai propri tifosi.
La sensazione sin dalle prime battute è quella di una partita sui ritmi delle precedenti, con tanti passaggi senza incidere negli ultimi metri. Il Genoa parte basso, soffre il pressing, ma poi reagisce e probabilmente capisce che la nostra difesa può andare in difficoltà con poco. E la coppia Quarta-Ranieri ringrazia la poca precisione di Ekuban, più volte pericoloso. L'assenza di Milenkovic però, al netto degli errori che anche lui ha commesso in stagione, si fa sentire, soprattutto sulle palle alte. E grida vendetta il non aver sostituito Mina o addirittura Igor se consideriamo che il colombiano in estate doveva essere il suo rimpiazzo. Sta di fatto che proprio da un retropassaggio horror di Quarta regaliamo il vantaggio al Genoa, dopo che Parisi è costretto a fare fallo.
Il problema è la fase offensiva, ma in generale il numero di disattenzioni di questa stagione è a dei livelli imbarazzanti. E poco importa se il campionato ormai è andato, le scorie di certi errori rischi di portartele dietro anche nelle altre competizioni. Speriamo poi che Ikonè prenda spunto in vista di giovedì, anche se a dire il vero il francese non è tra i più positivi (neanche tra i peggiori, sia chiaro) nonostante il gol. Belotti? Che dire, speriamo invece che la rete annullata lo invogli a spingere ancora di più sull'acceleratore. Il gol lo avrebbe meritato, ma ancora una volta è costretto a rimandarlo con l'unica gioia che resta quella contro il Frosinone.
Giovedì tutti allo stadio. Sì, con l'augurio che lo spettacolo sia diverso rispetto alle ultime uscite (salvo le poche eccezioni tra Lazio e Atalanta)
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