Rocco Commisso torna a parlare. Il presidente della Fiorentina ha affrontato varie tematiche intervistato dal Corriere Fiorentino: dal Viola Park, il rapporto con i tifosi, l'immancabile stadio e il campo.
Sul Viola Park: "Abbiamo fatto molto, molto di più di quello che avevamo in mente: è che, quando qualcuno ti presenta una cosa bella, è difficile dire di no. Il risultato è qui da vedere: il Viola Park resterà per sempre, credo sia il più grande regalo che io potessi fare alla città. Fino a oggi abbiamo speso 430 milioni per acquistare la Fiorentina, aggiungendo ogni anno giocatori e creando il Viola Park. Un investimento molto, molto più alto di quando abbiamo comprato la squadra. La mia non è una critica, sia chiaro, ma nessuno ha speso come noi in questi 5 anni, né i Della Valle, né i Pontello, né i Cecchi Gori messi insieme. Ne
sono orgoglioso. Quando mi chiederanno “che cosa hai fatto per Firenze?” risponderò “guarda cosa ho fatto, ho speso tutti questi soldi per fare di Firenze, sportivamente parlando, una città all’avanguardia”.
Sul rapporto con i tifosi: "Con i tifosi credo sia ok, poi dipende se si vince o se si perde. Io sono stato ad Atene con loro l’anno scorso, a Praga due anni fa, sono sempre vicino a loro e loro sono sempre vicini alla squadra. Ho visto un rispetto incredibile, ma non vuol dire che tutti sono dalla stessa parte, perché se le cose non vanno bene c’è chi si arrabbia e se la prende con me. Noi abbiamo fatto quello che era possibile fare in questi anni per riportare la Fiorentina più in alto possibile. Abbiamo sbagliato qualcosa, ok, ma non dimentichiamo che ho preso una squadra sull’orlo della retrocessione. Si può arrivare più in alto? Spero di sì, l’obiettivo è migliorare sempre, anno dopo anno".
Sulle ambizioni sportive: "Io dico che l’unica cosa che ci è mancata in questi anni è un trofeo. Abbiamo perso tre finali: se i trofei fossero arrivati, tutti sarebbero molto più contenti. Io per primo. Ma siamo dove siamo, e vogliamo arrivare più in alto del 7°-8° posto: abbiamo la possibilità, perché la squadra è più forte dell’anno passato".
Sulle finali giocate: "Guardi, a Praga e ad Atene ero così deluso che non ce l’ho fatta a salire sul podio a consegnare le medaglie ai giocatori. Però credo sia stato più bello giocarle, e perderle, che rimanere a casa e guardare gli altri in tv. E poi... L’emozione di una finale di Coppa Italia, gli incontri con il Presidente Mattarella e con Papa Francesco, lo stadio diviso in due tifoserie... Viverle è un’esperienza incredibile".
Sull'addio a Nico Gonzalez: "Io non volevo mandarlo via, ma che devo fare... Gli avevamo allungato il contratto. Poi quest’estate sono andato a trovarlo nel New Jersey nel ritiro della Nazionale argentina: Quarta è venuto a salutarmi, Nico è rimasto in camera. Forse era stanco...".
Su Vlahovic: "Aveva un’altra stagione di contratto. Il procuratore ci ha detto: o lo lasciate andare o resta fermo un anno e mezzo. Non avevamo altra scelta. Ho provato a parlare con lui, ma lui voleva fermamente andare alla Juventus, subito. Poi si è presentato a Torino dicendo “ho il Dna della Juve”... Però spiegarlo ai tifosi è difficile. E comunque mi sembra che alla Juventus Vlahovic non abbia ancora fatto grandi cose".
Sulla questione della ristrutturazione dello stadio: "Io non voglio mettere soldi, però se c’è la possibilità di fare qualcosa e di farla presto, se ne può parlare. Il Comune lo sa bene. Dario Nardella ora non è più sindaco, ma abbiamo parlato diverse volte, abbiamo inoltrato documenti, abbiamo mandato proposte all’amministrazione. Tra ottobre e novembre dello scorso anno abbiamo presentato a Nardella una proposta di sostegno nella realizzazione di quello che era il progetto completo dello stadio, perché il Comune non aveva e probabilmente non ha ancora tutti i fondi per farlo, in cambio di una concessione lunga, della gestione, dell’affitto...Non abbiamo mai ricevuto una risposta ufficiale".
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